Nella società italiana, a tutti i livelli, si scorgono preoccupanti segni di degrado. Soprattutto nella classe politica e in quella dirigente, che dovrebbero tenere le redini del Paese, e invece hanno badato a curare le rendite di posizione proprie e di alcuni grandi poteri, provocando come reazione la nascita di populismi che non sono un fatto solo italiano.
La corruzione dilaga, l’ignoranza si diffonde, la scuola, l’educazione e la formazione si impoveriscono, i media propongono modelli di comportamento sempre più lontani da un’etica collettiva responsabile. Vanno via via scomparendo le grandi agenzie di senso capaci di orientare le persone verso comportamenti rispettosi della dignità dell’uomo e della sua crescita armonica. Anche il mondo del volontariato è in parte attaccato dal virus dell’interesse economico.
La mitizzazione di innovazioni tecnologiche e commerciali padroneggiate da pochi capitalisti favorisce la nascita di una classe lavoratrice sempre meno specializzata e sempre meno remunerata. Uno sconsiderato entusiasmo per una non ben compresa Intelligenza Artificiale rischia inoltre di indurre gli uomini a credere di poter agire e persino pensare sempre più come macchine, mentre dovrebbe essere il contrario. Le grandiose innovazioni delle ultime due decadi, invece che favorire lo sviluppo della società e degli esseri umani, minacciano di renderli succubi dell’arbitrio e dello strapotere economico di pochi, riportando indietro l’orologio della storia. Nelle imprese cosiddette innovatrici non è raro che la maggioranza dei lavoratori sia precaria, sottopagata, impegnata in compiti di bassa manovalanza.
I Governi, le istituzioni, i potentati economici sembrano assecondare questo disegno suicida, a causa di visioni miopi, di interessi di particolari gruppi egemoni, i quali mirano anche alla diffusione di un pericoloso relativismo etico in tutti campi (famiglia, professioni, impresa, istruzione, ricerca, politica).
Eppure si scoprono dovunque sacche di resistenza a questo davvero triste destino, costituite da genitori, famiglie, giovani, insegnanti, artigiani, industriali, docenti, tecnici, ricercatori e professionisti di ogni genere, che nel degrado generale cercano di difendere ogni giorno — in spe contra spem — i valori che li hanno fatti crescere: l’educazione, la formazione, il culto della bellezza e del sapere, la promozione dell’uomo nella sua integralità, il rispetto della dignità umana in ogni comportamento, il rifiuto del relativismo in tutte le sue forme, il reale rispetto di ogni visione del mondo e delle relazioni senza che nessuna debba prevalere su un’altra. Su tutte, la convinzione che l’uomo non è e non sarà mai una macchina, pena la sua fine.
Occorre raccogliere tutte queste energie sparse, confidando come prima àncora di salvezza nella ricerca di amicizie con cui condividere la stessa visione del mondo. Da qui è nata l’idea di dare vita ai GRU (Gruppi di Resistenza Umana). La parola resistenza ricorda quei movimenti, armati e non, che si sono ribellati alle dittature.
Ripudiando la violenza, si ritiene necessario fare in modo che la forza delle idee basate sullo studio, l’approfondimento, la competenza, la condivisione delle conoscenze e delle esperienze, il rispetto e la passione per il bello, il giusto e il vero, possano diventare strumento efficace contro il degrado imperante, dando uno spessore non retorico alla parola futuro.
Senza intenti politici o partitici, senza desiderio di costruire movimenti occulti o società segrete, l’idea dei GRU si basa sul progetto di stringere amicizie, confrontarsi, riconoscersi, al fine di non sentirsi più isolati ma consolati dal fatto che ovunque ci siano persone interessate a privilegiare l’intelligenza della coscienza, la spiritualità dell’animo umano e il rispetto delle leggi di natura.
Nell’intuizione originale i GRU dovrebbero costituirsi intorno a questi valori di base, a prescindere da qualsiasi ideologia, per creare un movimento positivo di persone che vogliano gettare i semi di un nuovo Umanesimo in un terreno sociale diventato arido, egoista, incolto e prevaricatore.
I GRU dovranno riconoscersi, contarsi, arricchirsi a vicenda, impegnandosi a diffondere e promuovere ogni giorno, a seconda del proprio stato, la crescita di questo pensiero, soprattutto in un mondo sempre più technology driven.
Dall’incontro di tante intelligenze e buone volontà possono nascere idee per meglio diffondere in ogni ambito questo approccio alla vita.
Per farne parte e dare il proprio contributo di idee e progetti scriviagru@protonmail.com